«Io sono il Buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me»

GIORNATA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI O GIORNATA DI PREGHIERA PER LA DOCILITA’ AL SIGNORE

1 Io sono il buon pastore     

Gesù afferma due volte di essere il buon Pastore, la Guida sicura, che accompagna e sostiene. Poi, rafforza questa affermazione dicendo che è un Pastore “buono” che ama le sue pecore sino a dare la vita per loro: “il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Si è immedesimato con le sue pecore, si è legato ad esse con vincoli “di sangue” al punto che le pecore gli “appartengono”, cioè sono sue membra. Le considera più importanti di Sé al punto che affronta il pericolo sino a perdere la vita  per le pecore.

 

2 Il buon Pastore “conosce” le sue pecore.

Gesù, il buon pastore, dice: “ Conosco le mie pecore”. Si tratta di una conoscenza che supera le nostre capacità umane. E’ una conoscenza e un amore divini. Gesù, infatti, afferma: “ Come il Padre conosce me, io conosco il Padre”. Il “conoscere” di Dio è inseparabile dall’amore.

Gli occhi amorevoli di Dio e di Gesù si rivolgono a noi e siamo considerati loro “prodigio” fin dal nostro primo inizio.

Così, infatti canta il Profeta salmista: “ Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre/ Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. (Sal 139,13)

Che bello il sapere che non siamo granelli di polvere dispersi nello sconfinato universo, ma che abbiamo origine da Dio che ci ha creati perché ci ama continuamente. Ci ha creati perché ci ha amati. Dio nulla tiene di poco conto di quanto ha creato. Se qualcosa non avesse amato, non l’avrebbe neppure creata” .( cfr Sap 11,24)

Se questo vale per le “cose” del mondo, quanto più vale per noi.  “ Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1Gv 3,1)

Nessuno è inutile, né in questa vita terrena, né nella vita eterna con Dio, dove quelli che noi talvolta consideriamo “da poco”  saranno i primi.

Che bello il conoscere che Dio ci ha dato, già qui, ora, una meta bella e nobile e si impegna Lui per primo perché la possiamo realizzare. Ci ha dato uno scopo alto per questa nostra vita terrena, una vocazione che è la realizzazione del nostro vero e maggior bene. Val anche per noi quello che la Madonna canta per la sua vocazione: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Conoscere e realizzare la volontà di Dio sulla nostra vita è il nostro maggior vero bene

Tra la varie vocazioni, c’è anche quella Sacerdotale di particolare consacrazione a Dio. Dio vuol bene alla sua Chiesa e non le vuole certo far mancare ciò di cui ha necessità. Il pregare per la vocazioni non è pregare che Dio ne doni, ma pregare perché noi le accogliamo. Dio è il seminatore sempre generoso,: siamo noi poca terra buona, sassi e spine che soffochiamo il buon grano di Dio. .

« Le mie pecore conoscono me»

Le pecore del buon pastore si fidano di Lui perché sanno che nessuno le ama più di Lui. Nessuno conosce il vero bene e ama se stesso più di quanto lo conosce e lo ama Gesù, il buon Pastore.

Per questo il cristiano prega così: “ Parla o Signore che il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,9) Dice al Signore: “ Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia più che in ogni altro bene.” (Sal 118,14)

I Sacerdoti della Comunità pastorale in Parabiago

 

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