LA FEDE E’ ASSENSO DELLA MENTE E ASSENSO DEL CUORE.

« Ma voi, chi dite che io sia? ».

Gesù pose ai suoi discepoli questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Gli riferiscono ciò che la gente dice di Lui. Poi Gesù rivolge direttamente ai suoi con una domanda coinvolgente: « Ma voi, chi dite che io sia? ».

La domanda ai suoi discepoli comincia con un “Ma voi… “ Un “ma” avversativo, quasi in opposizione a ciò che dice la gente. Come a dire “Non accontentatevi di una fede per sentito dire’”.

Pietro gli risponde  « Tu sei il Cristo di Dio »

La risposta di Pietro equivale a dire: Tu sei il braccio di Dio, il suo progetto, la sua bocca, il suo cuore. Tu sei il cuore di Dio. Tu non solo sei conosciuto da Dio, ma amatissimo da Lui.

Infatti, quando il Padre e lo Spirito Santo presentano Gesù per mezzo di Giovanni Battista lo presentano come “il Figlio diletto” l’Amatissimo: “ e scese su di lui (Gesù) lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Conoscere Cristo, quindi, vuol dire non solo capire con la mente chi è, ma amarlo come lo ama Dio.

La risposta di Pietro, quindi, è una risposta non solo della mente, ma anche del cuore, un assenso della mente e un assenso del cuore; una risposta intellettiva e affettiva.

La domanda di Gesù è rivolta non solo a Pietro, ma a tutti i suoi discepoli. Quindi anche a ciascuno di noi. Possiamo rispondere sinceramente a Gesù come Pietro: Tu sei il mio pastore a cui mi affido, tu sei l’affetto del mio cuore, Tu sei la mia vita, il mio più grande e vero avvenire. Tu sei tutto per me?.

Anche noi non dobbiamo limitarci ad un personale assenso intellettivo. Gesù, cerca non solo convinzioni; cerca persone “innamorate” di Lui.

Ci si potrebbe esprimere con una similitudine: la domanda di Gesù assomiglia alle domande che si fanno gli innamorati: quale posto ho io  nella tua vita, quanto conto, chi sono per te? E l’altro risponde: tu sei la mia vita, sei la mia donna, il mio uomo, il mio amore.

Gesù vuol essere vivo dentro di noi. Vuole che il nostro cuore sia la sua casa, la sua “famiglia”. Infatti, Egli dice: “Rimanete in me e io in voi.” (Gv 15,4)

“ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.” (Gv 1513,-16)

La fede opera per mezzo della carità. (Gal 5,6 )

La conoscenza “per sentito dire”, è assai diversa dall’assenso pieno, anche del cuore. L’assenso del cuore indica che non ho più grande bisogno che mi venga ricordato dall’esterno una realtà religiosa. E’ come l’averla scritta nel proprio cuore. Gesù alla donna samaritana parla di una sorgente d’acqua viva che Lui dona e che zampilla nel nostro cuore. E’ l’esperienza dell’assenso del cuore al Signore Gesù.

Ci sono difficoltà da superare per giungere all’ “assenso del cuore”

Le difficoltà appaiono quando si tratta dei grandi temi di verità religiose, morali, che riguardano l’ambito dell’esistenza, dell’amore, della gioia, della vita e della morte; e che comportano una dedizione esistenziale piena.

Molte persone, purtroppo, non interiorizzano mai la fede.

Conclusione: la fede che opera per mezzo della carità giunge alla Comunione più alta, a noi non immaginabile: “ Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” ( Gv 17,21

I Sacerdoti della Comunità pastorale in Parabiago

 

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